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PoesiaPoesia - Testi

Poesie inedite

leggi-chiudi La mappa del Tesoro - Dedicata a Karol Wojtyla

E invece, vedi, ci hai corretto tu:
quale meravigliosa deviazione!
cambio di rotta insolito
qui verso i colonnati
che saldi a terra reggeranno il tempio.
Stavolta, come complice, il tuo mondo,
quello che hai acceso e mosso fino a qui,
perché nei libri è scritto “vedi esempio”.
Lo so, sei tu, sei tu quel vento,
ora che voce non ha più il tuo corpo,
ed hai voluto urlare “oh sì, vi sto vedendo”
a chi sta sulla soglia tra la speranza e il dubbio
e come me non riesce a uscirne mai.
E in un istante ci hai coperto il cielo,
a dirci di cercarti qui fra noi.
D'accordo, sfoglieremo sì il Vangelo…
lo ha suggerito così forte il vento che tu sei.
E forse scopriremo lì la mappa del tesoro
che forse parlerà di Terra e non di cielo:
perde di vista il Mondo chi guarda i raggi d'oro
di un fiore che Lui ci creò per esser noi lo stelo.
E poi? Vuoi dirmi ancora qualcos'altro?
Tanto, lo vedi, non le so fermare.
Ah già, tu in veste d'aria… oggi le puoi asciugare,
le hai prese forse in mano, le porti via con te.
Se le conservi esaminale, fammi poi sapere,
io no, non so spiegare perché sono qui anch'io
nel fiume dei discepoli, che innalzano preghiere
e non faranno vincere il grigiore dell'oblio.
Prima che fosse giorno, poi, il silenzio me l'ha detto…
io credo proprio di averlo capito, chi eri tu.
Chissà fra quanti secoli…
se per la terza volta
tornerai ancora giù.


leggi-chiudi Tutto a un tratto (scena muta)

Tutto a un tratto “noi”.
Rapida, la magia
lenta la sensazione di follia
che arriva un po' discreta, come a chiedere scusa
di un'invadenza che noi non volevamo,
e trova un posticino con pazienza.
Qui vince chi si perde,
potenza ed impotenza,
luce che non abbaglia eppure penetra
e gioca,
come un bambino non sa far del male
ma il suo stupore sa colpirti al cuore.
Noi disarmati dalle nostre armi,
non sarà mai possibile capirlo;
sconfitte, lì per terra, le uniformi…
e tu ora puoi sentirmi
e io non dirlo.
E tutto a un tratto il nostro mondo si trasforma:
è quel silenzio che lento ci confessa
e ci fa contemplare,
come splendidi amanti
che hanno una Fata da dover vestire,
e non lo sanno dire…
che il Cielo sembra voler fare sconti,
se è la Poesia a dettarli… tutti i comandamenti,
e ti fa immune da ogni cruccio immane
e li tramuta in porpora, i tormenti.
Pensi anche tu che noi potremo andarci…
dove s'incontran le anime in silenzio?
Faranno mai passare chi ha messo via i pensieri
al riparo dagli echi che provengono dai muri,
liberandoli nell'aria come astratti palloncini
e il cui custode c'era…
fino a ieri.
Quanto grande sarà l'arte di averci?
Chi ci ha dettato il modo di sfiorarci?
Chi è l'architetto che non si rivela,
fra le pareti nude di quest'aria…
chi si cela?
Oh no, sto già pensando… sto sbagliando,
scusami amica, lascia ch'io ti guardi
come è accaduto pochi istanti fa.
L'odore della terra arriva in dono
a chi toccandosi ha accarezzato il cielo,
anche se non lo sa.
E ha percepito il balbettio dell'altro cuore,
gemello che ha riconosciuto dal vagire,
fino al sorriso, che d'improvviso appare
e ha tanto senso… quanto senso non ha.
Nelle prigioni dell'arrendevolezza
hai un letto che sconfina come il mare
e ti riposa,
se c'è chi del potere non abusa:
ecchimosi non lascia… una carezza.
L'arbitrio di chi si è smarrito è quello di bussare.
Col tuo permesso, scusa…
posso entrare?





Poesie tratte dal libro

La prossima poesia
Guido Miano Editore - Milano

 

Si tratta di un testo pubblicato nel 1997, la cui presentazione ufficiale - il 7 marzo dello stesso anno - è andata in onda sul Tg3 Regionale Valle D'Aosta. In questo libro si trovano poesie scritte negli anni '90 ma anche negli anni '80, quindi s'incontrano diversità di linguaggio, specie rispetto a quanto successivamente scritto.


leggi-chiudi Pane

Lì sopra quel tavolo sta fermo il pane,
immobile e tiepido spande il profumo;
è lì quasi stanco, ma pieno d'amore,
e tutto il mio cuore va verso quel pane.
Io mi commuovo al suo odore tranquillo,
a quella semplicità che ha nell'aspetto;
mi guarda indifeso, non voglio ferirlo,
però lo condanna la sua tenerezza.
Io gli voglio bene, può sembrare strano,
e proprio per questo lo vorrei mangiare,
e proprio per questo lo sto per spezzare,
perché di guardarlo non mi accontento.
Per ora lo sfioro e ne sento la voce;
lui è lì per far bene, e non si scompone;
le grida del mondo son molto lontane
…e sono rimasto io qui, insieme al pane.


leggi-chiudi Balocchi

Questo pianto è per voi,
proprio per voi, oh i miei giocattoli,
che avete preso in prestito anche un'anima, per me,
perché potessi avere degli amici.
Balocchi miei del tempo,
del tempo mio più bello,
che foste vivi come piccolissimi compagni,
quando distrattamente mi sedevo sui calcagni,
frasi inventate insieme a voi
parole che risento,
ora che torna la vostra presenza ai miei occhi.
Balocchi, oh miei balocchi,
nel cuore mio mai stanco,
in cui trovate posto, ancora, come fosse allora,
quando imitavo i grandi,
quando mamma guardava,
quando papà tornava a casa e io mi nascondevo,
e quando poi cenavo e voi stavate ad aspettarmi,
ed io che non capivo ch'eravate dei balocchi.
Ed ora guardo tutto,
ancora come allora;
palazzi, strade, tetti.
Tutto è così diverso…
da quando mi dovevo arrampicare insieme a voi
sul davanzale, per guardare.
Oh amici miei giocattoli, che mi avete cresciuto,
che il mio piccolo mondo insieme a me avete veduto;
parlatemi, vi prego, di tutto quel che è stato,
come un racconto che proprio da me avete ascoltato,
le fiabe che inventavo, che voi avete sentito,
le mie preghiere intense della sera.
Rifate primavera, rifatemi chinare
io vorrei ancora giocare;
rifatemi capire…ciò che non so dire;
giocattoli, non fatemi morire.
Ma un po' alla volta vi perdevo,
lentamente;
io non capivo, non vedevo niente
e voi in disparte.
Altri doni ormai dovevano arrivare,
doni più grandi, doni più giusti, di un'altra età.
Come siete diversi,
cambiati.
Che volto triste avete ora, miei balocchi!
Io devo andare, adesso.
Non è per cena, adesso… è per la vita.


leggi-chiudi Cenere

Cenere,
i sogni dei poeti vanno in fumo,
non c'è cattivo odore né profumo,
credi che tutto quanto sia normale,
non vedi che rimane solo…
cenere,
bruciano fantasie annientate da troppa realtà,
la vita scorre in fretta, se ne va,
per essi vita è solo la Poesia,
ma come poter dire che c'è…
cenere,
che non entra negli occhi di nessuno,
ma che ha la faccia ipocrita di ognuno,
quando sembra che amino sul serio,
e quando poi son soli è solo…
cenere,
quelle parole bruciano nei cuori,
le avverte solo che non ha rumori,
dettagli come fuocherelli accesi,
divampano quei fuochi ed è là…
cenere,
dentro le ballerìe nelle serate,
quando dici le cose più insensate,
ma tu sentivi di volerle dire,
non ti sei accorto che hai lasciato…
cenere,
come la lascia chi si sente immenso,
e la ricchezza spreca senza senso,
vuole cambiare il mondo e le persone,
ma non si accorge di acquistare…
cenere,
quella che non si vede che domani,
quella che ognuno stringe fra le mani,
e la bella natura che si ignora
incendia, e non ci lascia altro che…
cenere,
come quella che resta sopra i prati,
il cui profumo ci ha sempre ingannati,
là dove a vincer sempre è solo il sesso,
bruciano i corpi ed ecco ancora…
cenere,
nelle ore oscure sopra i marciapiedi,
e non fai neanche caso a ciò che vedi,
ed ogni tuo sorriso è un altro fuoco,
che non aiuta, e lascia solo…
cenere,
in questo portacenere che è il mondo,
e attorno al fuoco tutti in girotondo,
viene la guerra “e tutti giù per terra”,
ma il canto ha il gusto strano della…cenere.


leggi-chiudi La candela

Arte di esistere, arte di sognare,
di essere o non essere.
L'amore va, va illuminando ogni penombra,
l'amore gocciola come cera…e scotta…e si raffredda.
E guardo una candela, oggetto senza storia,
clessidra spirituale, che sa di noia.
Lo spirito è paura, e la paura è vita;
la vita tiene svegli…in un cammino stanco, e va.
Poi arriva chi ti fa pensare, ti fa fermare…
e accende un fuoco da poter guardare.
Non te ne accorgi, ma la sua storia brucia;
tu fissi il fuoco e t'ipnotizzi, t'ipnotizzi…
E sei sicuro che non possa mai finire
quell'amore,
se è sempre uguale
come una candela accesa
e silenziosa.
E così gridi di gioia, sorridi a quella luce,
che non potrà cadere.
Vedi i rinforzi alla sua base che la tengono in piedi
…ma da dove arriveranno mai?
Poi sembra a volte di veder muovere, e poi ancora
…qualcosa scende velocemente.
Ma no, forse è un abbaglio;
che stupidi pensieri!
Solidamente in piedi, fortissima,
e il fuoco in cima dà tranquillità,
lì per bruciare ogni pericolo dall'alto.
Sotto continua la sua costruzione, pura magia
di forme incerte, ma così forti e sicure.
Sicure…sicure…ecco, si smette di guardare;
tutto è sicuro, e allora si va via:
forze ignote aiutano il tuo amore.

Poi un giorno vai a ricontrollare,
solo per curiosità.
Oddio…quella candela si è accorciata!
Eppure il fuoco è sempre identico, immutato,
e sotto ancora fondamenta più maestose.
Oh no, quelle non sono fondamenta!
Quell'asta sta colando come cera,
è solo cera, stupida cera,
e il fuoco agiva non per lei,
ma su di lei.


leggi-chiudi Un tuo frammento

Scendesse dai tuoi occhi una mia lacrima,
cadesse sul tuo viso
…la riconoscerei.
L'appoggerei così tra le tue ciglia, ancora
per vederla poi rientrare nei tuoi occhi,
vantandomi di essere dentro te,
attraverso quegli occhi inesauribili di luce opalescente,
la luce più vicina a ciò ch'io sono.
Ecco perché tu esisti nel mio cuore.

Scendesse dai miei occhi una tua lacrima
non le darei mai il tempo di cadere.
E io la tratterrei gelosamente,
vantandomi d'averti dentro me
ad allargare ancor di più il mio cielo,
col narcisismo di chi sa capire…
che un tuo frammento è un punto in più
per me.


leggi-chiudi Canta Napoli

È notte, niente tace.
I sorrisi per le strade non si riescono a contare;
tutto è bene, tutto è pace
e non resta che voltarsi per guardare, ed ascoltare.

S'accende il palcoscenico vivente
ed il sipario si apre sopra il mare;
sull'acqua ondeggia il canto della gente
e si riflette un fuoco da ammirare.

Sul Vomero che pare verniciato
c'è il tocco di una vita luminosa
ed ogni cuor guarisce, se è malato
perché l'aria che c'è è miracolosa.

La povertà arricchita di risate,
da un mare un po' argentato, e dalle stelle;
i mandolini riempion le serate
e per la strada odor di sfogliatelle.

Nei vicoli più storti e misteriosi
la gente si riunisce a bisbigliare,
si vendono gli oggetti più curiosi
ma i prezzi li possiamo anche inventare.

Nel chiasso della metropolitana
qualcuno sta scrollando i pantaloni,
per chiedere un cento lire sana
ogni scugnizzo attende altre occasioni.

I panni da un palazzo all'altro appesi,
in casa le pareti un po' ingiallite
e col calore dei fornelli accesi…
“signò trasite pure, favorite!”

Un caffè caldo a goccia a goccia scende
mentre al di fuori i venditori strillano;
col secchio dai balconi c'è chi vende
mentre le luci in lontananza brillano.

A San Gennaro il sangue non si è sciolto
qualcosa allora dovrà capitare,
ma la voglia di vita è su ogni volto
e si riprende a vivere, a cantare.

Chiassosa al ritmo di una tarantella
ed addobbata di corni ed amuleti
ci maschera di tanti Pulcinella,
ci fa sentire artisti e un po' poeti.

Attrice che non mostra vanità,
non c'è cosa migliore da ascoltare
e guarda quante isole, più in là
nessuno le potrebbe mai ignorare.

Si prende in giro il cuore per star bene
ed ogni male vien dimenticato;
in questa terra non ci sono pene
perché il dolore arriva se è pensato.

E parlano di qualche sogno strano,
s'informano sul numero vincente;
ogni parola è modellata a mano
per essere attrazione della gente.

Intanto mille pizze stanno in forno,
una ragione in più per cui campare;
camminano profumi tutto il giorno,
per non “sciuparsi” è d'obbligo mangiare.

Si esagera per ogni avvenimento
ed ogni giorno capita qualcosa
ma è la filosofia che ha il sopravvento
e allora ogni esistenza è color rosa.

Gente che trova ovunque il paradiso,
gente incompresa che resta cordiale,
che soffre ma non nega il suo sorriso
e non si accorge d'essere geniale.

Poi c'è un vulcano a chiudere il confine
e alle sue spalle alcuni non capiscono,
ma dentro il Golfo il canto non ha fine
…e quelle luci ancora non svaniscono.


leggi-chiudi Firenze

Sta lì in disparte,
non vuol dirmi niente
…mentre cammino tace la città,
e sono io a inventarle questo volto,
con la certezza che sia verità.
L'Arno è lentissimo, vuol contemplarla,
la sua lentezza frena anche la gente;
noi il suo riflesso, noi non siamo niente,
e il nostro sguardo non può consumarla.
Vita di strada, vita assorta,
che si nasconde in un bicchier di vino
e quando poi abbandoni un altro viale…
ti manca già.
Un vecchio ponte attira questo cuore,
c'è qualche cosa che non so capire,
e nel ritorno a un posto già veduto…
…sembra diverso, come un po' cambiato.
Ma sì che c'eravamo già passati…

mi addentro e s'allontana sempre più;
proseguo stanco,
ma non ricordo da che parte sto del fiume.
E credi sempre che sia tutto quanto a destra,
ma un po' di lei ci attende dalla sponda opposta;
quella spilletta, signorina, quanto costa?

Viavai di gente affascinata,
una canzone,
una suonata.
Si scambian complimenti i monumenti,
ma ognuno ha la sua storia.
E poi lasciare i vicoli, scoprire piazze;
volti diversi, qui, strane ragazze.
Quante domande tenute dentro,
che vorrei porle;
e mai risposte,
nemmeno una,
e silenziosa, su di noi, la luna.

Ma lei in disparte sta,
ancora adesso
e un giglio al cuore porterò per sempre,
gliel'ho promesso.


leggi-chiudi Notte fonda

Come faccio a non sentirti?
Qui l'aria è fresca ed ha il tuo odore ancora;
silenzi di respiro e di automobili lontane;
stanchezza d'ombre fragili,
incertezza,
mentre scrivo parole,
dettate dai tuoi occhi,
che io ricordo un po' socchiusi, adesso.

Come faccio a non sentirti?
Presenti le tue indefinite assenze,
tormenti leggerissimi e incessanti,
ancor più strani se così inspiegabili,
distesi,
sul mio volerli accogliere
sospesi.

Come faccio a non sentirti?
Una poesia già scritta da una vita,
che non voleva uscire dalle dita,
ed attendeva una tua dolce assenza
e mi sfiorava
…ed io capivo quel suo star nascosta,
quel mentire,
quel silenzio suo discreto,
ad aspettare.

Io non posso non sentirti
se ho la certezza che mi stai sognando,
se avverto il cuore tuo da qui,
nel battito del tempo,
quel tempo che ha creduto di sconfiggerci
e si ritrova adesso a contemplare…
proprio la sua sconfitta,
sfruttato per incidere quest'altro foglio ancora,
malato solamente di magia,
proprio a quest'ora.


leggi-chiudi Il recinto dei pensieri

Qui rinchiuso in questo cielo,
strettissimo e infinito,
a ricercare un sole che ho smarrito.
Qui accecato dall'oscuro,
sulla soglia dell'abisso,
senza mai avvertire il vuoto che io fisso.
Troppi muri ha l'universo,
quando non sei più te stesso;
troppe cose da capire,
da slegare, da spezzare…
son le corde che ti legano ai macigni del tuo suolo;
ho cercato di saltare
…ma non volo.
Devo aprire qualche porta,
non so dove cominciare,
devo smetterla di affliggermi, di urlare!
Non ricordo più il mio cuore,
di che cosa era capace,
né la mente
dove mai seppe arrivare.
Odo un tintinnio assordante,
a ogni grido mio risuona;
intravedo sbarre opache
nella fitta nebbia oscura.
Son ringhiere della mente
che il mio cuore non perdona,
e in quest'attimo io avverto una sconfitta:
la paura.


leggi-chiudi Vita

Vita,
correre sui prati che profumano di vita,
mentre la terra sporca le dita,
e il sole abbaglia gli occhi dei presenti,
con il sollievo poi dei dolci venti,
a sperdere le polveri, a dissetar la pelle,
mentre una mamma aggiusta le bretelle,
e il piccolo non sa che le vuol bene,
distrattamente poi lo scoprirà;
la musica fa tutto più irreale,
e in mezzo al cielo una realtà spaziale,
ed infinite sono le emozioni,
nel susseguirsi di quattro stagioni;
lo sguardo segue il volo di un aliante
ed ogni cuore è come una sorgente;
l'acqua di ognuno bagna un'altra terra,
e sembra che mai ci sia stata guerra
e quella terra ti sporca le dita,
e non ti sembra vero… ecco la vita!


leggi-chiudi Stella

Stella che brilli e non mi fai brillare
che ti fai vedere e non mi illumini,
stella bugiarda, che sembri piccolina,
lassù nel cielo, oscuro al tuo apparire.
Fa che quel cielo non sia ancor più scuro,
non devi spegnerti, resta nel mio cielo!
Io sono un fiore, ma tu sei il mio stelo…
finché dal raggio tuo sarò raggiunto.

Stella, tu muori, e la tua luce resta,
perché gli amori – luce son giganti,
stella che vedi tutti i miei pianti,
di chi guardandoti sa che sei spenta,
sa di veder falso,
eppure sa che tu di te non sai,
e di brillare ancora crederai.


leggi-chiudi Gocce

Gocce di pioggia, lievi.
Incerte forme, e tu…
incerta, troppo incerta.
Le porto dentro
ma sono gocce, in fondo.

Goccia su goccia, poi… ecco torrenti.
Due sfumature in più: gli occhi tuoi assenti.

Un pianoforte, qui.
Schizzi di note.
Non è importante.
Ma che silenzio, c'è
e questi quadri…
dita mia lente, lente…su tasti ladri
che rubano magia
e portano via l'anima da me.

Non è che un suono l'esistenza,
la presenza.
Tu che farai?

Non è importante.


leggi-chiudi Tramonto

No, non è certo una fine,
ma sembra impossibile
davvero impossibile…
che quello sia il sole:
quello che mi riuscì a stancare,
mi fece impazzire,
star male.
Eccolo, sembra impossibile,
eccolo lì come un fuoco invecchiato,
come un vecchio un po' dimenticato,
lì che finisce il suo grido del mondo,
e lo comincia per altri occhi accesi,
ancora un po' fragili e stanchi.

Ma cos'è mai un tramonto?
Se è l'alba d'altre genti,
mentre per me son fuochi spenti.
È forse l'addio,
è la nostalgia,
uno sbadiglio di malinconia;
con quel colore un po' malato e stanco.
La fantasia.

E va giù, sempre più giù…

Penso chissà se lo vedremo ancora,
e poi chissà se saprà continuare,
se svelerà il segreto dell'aurora.
Ma ora, sembra impossibile…
scompare.


leggi-chiudi La prossima poesia

Quale sarà il mio prossimo pensiero?
Contemplerò un amore, un'amicizia, una passione
o scriverò di un luogo, di un paradiso vero,
di una famiglia grande…grande la sua unione.

Descriverò una casa coperta dalle stelle,
un orizzonte a cui si può arrivare,
e altre emozioni sfioreranno questa pelle,
quelle emozioni che mi fanno respirare.

Qualcosa ci sarà, da poter dire,
qualcosa che riempia i giorni miei,
e i sogni non potranno mai finire
…senza quei sogni forse morirei.

Ogni ricordo rimarrà nel cuore,
mi apparterrà, qualunque cosa sia;
accoglierò ogni piccolo bagliore,
perché la vita stessa…è già Poesia.


leggi-chiudi (a mia sorella)

Sì, dirai di Sì, e s'aprirà una porta ancora,
ma tu non dimenticare mai le porte del passato:
e ti spingerai al meriggio…dopo questa lunga aurora;
sarà un Sì di primavera, ventilato.

E l'aurora fu di giochi, e di volti passeggeri;
ti ricordo che correvi follemente sui miei prati;
so che tutto rimarrà nei tuoi pensieri
e che non ti scorderai dei volti amati.

Non dicesti no alla vita, e la vita ha i suoi percorsi,
ora un altro Sì s'appresta ad uscire dal tuo cuore
ed un'altra serratura s'aprirà senza rimorsi
e spalancherai finestre perché possa entrar l'amore.

Ma tu ancora questa volta dormirai nella mia stanza,
come quando saltavamo sopra letti giganteschi,
noi minuscoli e grandiosi, di benessere e ignoranza,
assetati di parole e dai pensieri più fiabeschi.

Ed un organo già suona, è arrivato anche quel giorno;
tutti questi miei sospiri non li avevo mai temuti;
un applauso al tuo avanzare, vedo tutti quanti intorno,
e il tuo strascico che atterra fra i sorrisi ed i saluti.

Ecco lui che ti sorride, fra discorsi molto seri,
lui che attende con pazienza il suono della verità,
per un Sì che sta arrivando, mai pensato fino a ieri,
ad unirvi finché morte poi non vi separerà.

Tu bellissima e presente, che non sai dire parole,
tu lontana con la mente per quel sogno che si avvera,
dopo l'ultimo tuo istante di una aurora che non duole
ma che lascia spazio al sole… proprio in questa primavera.

Quel meriggio sta arrivando, tutto sta per cominciare,
e un bel dì verrà la sera: queste son le nostre età;
forse non ci sarà morte che vi possa separare:
non v'è fine nell'amore, ma soltanto eternità.